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Kenya: Wasini Island

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Oasi nell'Oceano
Lungo la costa meridionale del Kenya si adagia la piccola isola di Wasini col suo giardino di corallo all'aperto.

Testo di Nella De Angeli

I giardini di corallo sono il paradiso dei subacquei che si entusiasmano a nuotare tra straordinarie formazioni animate da vita marina. Agli altri non resta che appagarsi delle immagini che i fotografi sub, tra una pinneggiata e l'altra, realizzano, e rammaricarsi per non poter contemplare direttamente i colori sgargianti e le fogge spettacolari che la natura, nel corso dei millenni, è riuscita a creare. Ma a Wasini non è così, su questa isola il giardino di corallo è all'aperto e tutti possono passeggiare tra le formazioni coralline, godendo della fresca brezza dell'Oceano. Il corallo morto ha, tuttavia, perso i suoi colori originari ed è il grigio, interrotto da un verde strato di citronella prodotto dall'acqua che invade talvolta il prezioso giardino, a dominare e a creare la suggestione di un paesaggio extra terrestre. Di Wasini Island e della serie di isole coralline e scogli che la circondano, è stato scritto come di un'area tra le più strabilianti della costa dell'Africa orientale. E questo, a nostro parere, non è solo uno slogan promozionale.
Questa isola, sulla costa meridionale del Kenya, quasi al confine con la Tanzania, è meta ideale, quanto alternativa, per chi vuole conoscere un Kenya troppo poco conosciuto.

A bordo di un dhow

Dopo aver salpato dal porticciolo di Shimoni, si effettua una tranquilla navigazione verso uno dei punti più spettacolari per tuffarsi nelle acque cristalline e ammirare la vita sottomarina. A Wasini Island si approda soltanto quando è ormai l'ora del pranzo. Ospiti del meraviglioso dhow Tom Tom, abbiamo potuto godere di una esperienza entusiasmante. Questo dhow, grossa imbarcazione in legno, è stato restaurato anni fa da un italiano, ormai kenyota, Mario Scianna.
I dhow sono utilizzati come navi da carico per il commercio verso il vicino Oriente e per la pesca di tonni e di barracuda. Ma la loro struttura in legno, se da una parte li contraddistingue perfettamente, dall'altra è causa di una vita non longeva per le imbarcazioni. A ciò va aggiunto il fatto che, non effettuando una adeguata e costante manutenzione sulle imbarcazioni, cosa che, nei paesi africani, accade verso qualsiasi tipo di struttura, il destino di decadenza è assicurato. Anche Tom Tom, che aveva percorso quelle rotte monsoniche verso l'oriente, era stato abbandonato e, prima di essere trasformato in un bel falò, è venuto nelle mani del Mario, manager della Scuba Diving di Diani. Un restauro egregio in cui si evidenziano chiaramente il gusto e la manualità italiani che, pur conservando, migliorano e rendono funzionali alle nuove esigenze vecchie e desuete strutture marinare. E oggi Mario costruisce, completamente a mano, bellissime ed esclusive imbarcazioni, modello off shore.
L'organizzazione che si occupa dei tour sull'isola di Wasini e delle varie immersioni, diretta dai signori Mullens, oggi ha a disposizione 5 dhow e alcuni dinghies, imbarcazioni più piccole, con fondo in vetro adatti a quei turisti che in vacanza non vogliono fare altro che sdraiarsi su quelle interminabili spiagge bianche e tornare in ufficio con una tintarella così evidente, che gli altri colleghi, loro malgrado, non possono fare a meno di notare. Ma perché non approfittare di un giro in barca e vedere i pesci e i coralli, standosene tranquillamente seduti?
Chi ha qualche soldo in più da spendere, per una crociera romantica con lei, oppure per non dividere la barca con altri turisti, può affittare un dhow.
Escursioni sub sono organizzate anche dagli amici Mario e Rosaria col loro Diving the Crab, che ha il centro a Diani. In questo modo, anche chi non parla inglese, potrà tranquillamente vedere soddisfatte le proprie richieste e sentirsi un po' a casa.

Il parco marino di Kisite
Veleggiamo verso l'isola di Wasini ammirando anfratti e grotte naturali che la bassa marea porta in superficie ma anche la costa kenyota piacevolmente selvaggia, in una mistura di spiagge bianche, acque cristalline e verdeggiante vegetazione.
Siamo nel parco marino di Kisite, 39 chilometri quadrati di incredibile vita marina, flora e fauna. Il parco venne istituito nel '73, ma le proteste dei locali, che si vedevano vietare la pesca, portò alla creazione, nel '78, di una riserva che escludeva un'area del parco da questo divieto.
Intanto possiamo preparare l'attrezzatura subacquea e caricare le nikonos, macchine fotografiche subacquee della generazione senza scafandro, per tuffarci nelle acque limpide e trasparenti dove l'azzurro si può apprezzare se il corallo lascia lo spazio alla sabbia bianchissima.
La barriera corallina corre parallelamente alla costa e si interrompe soltanto all'altezza degli estuari dei fiumi e costituisce un paradiso tutto da esplorare. La temperatura dell'acqua non subisce forti escursioni durante l'anno passando dai 29 gradi centigradi in marzo ai 25 in settembre. Proprio questa situazione naturalistica è una delle condizioni per lo sviluppo del corallo la cui crescita richiede luce, acqua con alto contenuto di ossigeno e una tiepida temperatura.
Ci sono varie aree interessanti per i subacquei, anche per chi è alle prime armi. Infatti la profondità non è mai così alta. Si va dai 10-12 metri del Kisite Point e del Coral gardens ai 20-30 metri del Nyulli reef. E anche chi fa soltanto snorkelling può trovarsi circondato da pesci multiformi e multicolori che rendono sorprendenti gli acquari tropicali di qualche appassionato. Ma appassionarsi non è così difficile dopo aver nuotato tra coralli animati da una straordinaria vita marina.

Sull'isola
Wasini Island non è grande, in tutto 17 chilometri quadrati, che si allungano per 5 chilometri piuttosto che allargarsi nell'Oceano. Non è dunque difficile visitarla tutta, compreso il villaggio di pescatori e il giardino di corallo. Si può mettere in programma una passeggiata di circa un paio d'ore, di più se le soste fotografiche richiedono pazienza. I pescatori del villaggio sono molto amichevoli e ci si può fermare con loro quando, al tramonto, rientrano sull'isola con i dinghi, piccole e veloci imbarcazioni in legno, pieni di pesce. Le signore ricordino che si tratta di musulmani e che l'abbigliamento deve essere il più possibile rispettoso. Perizoma e tanga, dunque, sono adatti a qualche altra destinazione.
Singolare è il coral garden, giardino di corallo, con centinaia di formazioni grigio fumo che si stagliano dal suolo in una sorprendente varietà di forme e si lasciano ammirare mentre si passeggia accanto a loro. Finalmente i non-subacquei potranno avere un'idea dei bellissimi coralli senza dover nuotare.
A chi chiede il perché di un giardino di corallo all'aperto, rispondiamo dicendo che qualche migliaio di anni fa queste isole formavano con la terra d'Africa un unico territorio; territorio da cui si sarebbero staccate a causa di violenti terremoti. L'abbassamento del livello del mare e il prosciugarsi dei reef corallini hanno permesso lo sviluppo della terraferma mentre tutte le isole di questo piccolo arcipelago sono derivate dalla fossilizzazione dei coralli e sono di recente origine.

Gli schiacciagranchi

Dopo una salutare nuotata, è d'obbligo scendere a terra per una gustosa pausa pranzo. Il Wasini Restaurant ha una bellissima terrazza che si affaccia direttamente sull'Oceano. Inutile dire e descrivere il paesaggio che da qui si può ammirare oppure il relax all'ombra di una palma tropicale. Tra le portate del menu, signoreggiano i giganteschi granchi che si pescano qui, lungo le coste dell'isola. Non vi dovrete preoccupare del bon ton d'obbligo nei ristoranti nouvelle cusine, per fortuna. I granchi sono serviti su un piatto circolare piano in legno e le posate consistono in un martello, sempre in legno, unico strumento in grado di rompere la durissima corazza del crostaceo. Che risate sulla terrazza.

Il luogo della buca

Il rientro sul dhow a Shimoni è molto rilassante e possiamo godere la brezza del mare. Shimoni nella lingua locale significa "il luogo della buca"; qui si trova infatti una caverna, lunga 15 chilometri, prigione per gli schiavi che venivano smistati, come bestie, verso l'Europa o l'America. Da qui a Diani è tutto un susseguirsi di piccoli villaggi sulla strada e di piantagioni di cocco. A Diani la visita alla moschea Mwana del XV secolo nei pressi dell'estuario del Tiwi e al gigantesco baobab, 22 metri di circonferenza, occupano buona parte della giornata. Come pure la visita della bellissima Mombasa, la seconda città del Kenya in termini di grandezza. La città vecchia, la Old Town, racconta la storia dei traffici per l'Oriente e della dominazione portoghese testimoniata dal cinquecentesco Fort Jesus. La sera Mombasa offre una romantica crociera a bordo del Tamarind dhow, dove si degustano le specialità locali preparate sulla grande barca in legno mentre si naviga nella baia.
L'isola è lontana e il viaggio di ritorno è dominato dal fascino dell'Africa con i suoi contrasti, i suoi colori, i profumi inconfondibili. (n.d.a)

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