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Australia: Terra dei guinness Western Australia

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Il drago dorato
Il Western Australia è una terra da guinness dei primati; sono qui le ultime frontiere del lontano outback. Isole disabitate, spiagge sterminate e gole spettacolari sono gli ingredienti del selvaggio Kimberly.

testo di Nella de Angeli

E' la terra del guinness dei primati a cominciare dalla sua antichità; è lo stato più grande del continente australiano, grande quanto l'Europa occidentale, è il meno popolato, ha un numero infinito di piante e animali, ha aree inserite nel patrimonio dell'umanità, ha coste selvagge, migliaia di isole disabitate, deserti infuocati, formazioni rocciose spettacolari, paesaggi entusiasmanti. E' il Western Australia, il lontano ovest costeggiato da avventurieri che spesso non hanno fatto ritorno e percorso da esploratori che hanno lasciato dietro di sé leggendarie imprese.
Dopo il Pilbara, lo scudo australiano che vanta rocce viventi formatesi 3,5 miliardi di anni fa, gli stromatoliti della Hamelin Pool, il Kimberly comprende una enorme varietà di territori; è terra di contrasti, terra delle isole del Bucaneer Arcipelago, dei chilometri di spiagge deserte, dei canyon scavati nella roccia, delle sconfinate savane dell'outback; terra della siccità e delle violente inondazioni.
Centro per esplorare il Kimberly è Broome, famoso centro per la raccolta delle perle e oggi preso d'assalto per la sua spiaggia, Cable beach, chilometri di sabbia color latte pressoché deserti. Da qui si parte per sorvolare il Bucaneer arcipelago, formato da un migliaio di isole disseminate a largo della penisola di Dampier oppure per guidare la Gibb River Road, la pista alternativa alla superstada che congiunge la cittadina a Kununurra, passando da Derby.
Le isole dell'arcipelago sono quasi tutte disabitate, sono troppe per avere un nome. Di Cockatoo Island si scriverà presto "c'era una volta una miniera di ferro", che verrà dismessa nei prossimi due anni. E' con l'apertura di questa miniera, negli anni '30, che l'isola cominciò a essere popolata. Ma gli alti costi non sono bilanciati dalla produzione e la miniera cesserà l'attività. Intanto il villaggio dei lavoratori è stato trasformato in resort. E che Resort! Quando si arriva addio ricordo della miniera. Su un pendio a strapiombo sul mare i 19 cottage, tutti color rosa, dominano le isole dell'arcipelago, ombreggiati da lussureggianti palme e animati soltanto dai rumori degli uccelli e del mare. La piscina si insinua tra le rocce e la terrazza regala tramonti che soltanto la fantasia disneiana può riprodurre. Le grandi verande inondano queste enormi palafitte del salmastro del Yampi Sound. Ci sono sentieri per chi vuole fare trekking, spiagge per nudisti, opportunità di fare pesca e nuotare in piscine naturali che le cascate hanno formato nel corso di millenni di attività erosiva. Silicon Beach è qualcosa di indescrivibile. La sabbia è bianco latte e l'acqua a riva è trasparente; soltanto quando aumenta la profondità si può apprezzare lo straordinario e inconfondibile azzurro di un mare perfettamente pulito. Senza occhiali è impossibile riuscire a contemplare questo paesaggio quasi irreale. Paesaggio che continua sorvolando Cape Leveque nell'estremo lembo della penisola. Il Capo è unito a Broome da una entusiasmante pista, in gran parte sabbiosa, che si può percorrere solo con un buon fuoristrada. La costa è frastagliata e alle rocce si alternano alte dune, ombreggiate da secolari palme. L'unica sistemazione possibile è data dal Kooljman Resort che affitta piazzole da campeggio o vere e proprie suite tend situate nella parte più alta del Capo, proprio sotto al faro. Quasi inutile dire che da qui la vista è straordinaria.
La parte più spettacolare è la zona intorno a Hunter creek, dove si trovano rocce sfaccettate che, al tramonto, i raggi del sole infuocano. Dal mare sembra di osservare un'antichissima e scomparsa civiltà. E' uno spettacolo mozzafiato. Qui si danno appuntamento, senza volerlo, i fotografi intenti a cogliere le venature, le striature a riprodurre quei colori che sembrano finti, a fissare il mare che lentamente si ritira. Il fenomeno delle maree è infatti presente lungo tutta la penisola e origina forti correnti che rendono praticabile l'attività subacquea in media ogni 15 giorni.
Il Kooljaman Resort è una joint venture tra la comunità aborigina di One Arm Point e quella di Djarindjin contigua a Lombadina Mission. In realtà fino agli anni '90 la comunità era soltanto una; le cose cambiarono quando si trattò di decidere il ruolo della chiesa nella vita della comunità: da qui la divisione nei tre gruppi. Forse è azzardato parlare di completa integrazione tra i bianchi e gli indigeni ma molti aborigeni della penisola Dampier sono impegnati nel settore turistico e naturalistico, sono guide o sono ranger. I vari gruppi sono riuniti sotto la tribù Bardi che conta oggi da 600 a 800 persone. Fino agli anni '70 un gruppo Bardi abitava anche Sunday island, che venne evacuata a causa degli elevati costi per la creazione delle infrastrutture necessarie. Il governo convinse gli aborigeni a stabilirsi a One Arm Point promettendo agevolazioni e servizi adeguati.
In ogni caso il grande numero di aborigeni del Western vive nelle riserve integrali che si trovano lungo il confine col Northern territory: il discorso sarebbe troppo lungo.
Torniamo al viaggio. Anche la spiaggia di Lombadina Mission è più o meno estesa a seconda del livello della marea. Il dislivello provocato tra bassa e alta marea può raggiungere i 12 metri. Con l'aiuto di una guida esperta e compatibilmente al livello della marea si possono ammirare sulla roccia le impronte di due uomini vissuti approssimativamente 7 milioni di anni fa.
La regione del Kimberly si può attraversare da ovest a est guidando la pista Gibb River che durante la stagione delle piogge diventa difficoltoso praticare. I fiumi trasportano una gran quantità di acqua che il duro terreno non riesce ad assorbire. La Main Roads of Western Australia lavora duramente per rendere la pista accessibile in ogni stagione. Aste alte fino a 2 metri indicano con esattezza il livello dell'acqua portata dai fiumi nelle aree soggette alle inondazioni. Come la Great Northern Highway anche la Gibb River parte da Derby e, attraversando più a nord la regione, si ricongiunge alla superstrada nei pressi di Kununurra, crocevia per il Northern Territory. 660 chilometri di straordinari paesaggi, gole e canyon, cascate e sorgenti, aree che sono all'esame per diventare altri e nuovi parchi nazionali, come Mount Hart. Le stazioni di servizio si trovano in media ogni 200 chilometri ma le deviazioni a destra e a sinistra per vedere i canyon potrebbero richiedere di ben attrezzare il mezzo. Una guida per viaggiatori che si recupera in qualsiasi centro informazioni a Broome o a Derby indica chilometro per chilometro cosa si incontra sulla pista. 62 chilometri dopo Derby finisce l'asfalto, a 119 deviazione per Windjana Gorge, da qui 30 per Tunnel creek; il primo distributore, solo per diesel, al chilometro 221 e così via. Non se ne può fare a meno.
Le prime montagne sono costituite dal Napier Range attraversato dal fiume Lennard. E' lo scorrere del fiume ad aver plasmato nel corso dei millenni la straordinaria gola Windjana. Con Tunnel creek, Windjana fa parte della grande barriera corallina occidentale australiana formatasi durante il periodo devoniano, 350 milioni di anni fa, quando anche questa parte del continente-isola si trovava sotto il mare. Ritiratosi il mare, il reef fu sottoposto all'erosione degli agenti atmosferici. Windjana gorge ha un facile accesso che consiste nell'attraversare un canyon di pochi metri. Da una parte il fiume e i coccodrilli, dall'altra le bianche rocce alte fino a 90 metri e la vegetazione. Dopo una breve passeggiata un'ampia spiaggia ci porta a contatto con i veri abitanti di quest'area, i fresh water crocodile, una della due specie di coccodrilli presenti in Australia. Non è difficile riconoscerli, hanno dimensioni relativamente piccole, il muso allungato, il colore scuro. Sono innocui, non attaccano generalmente l'uomo e si lasciano avvicinare. Qualcuno si avventura anche a fare il bagno nelle piscine naturali che le anse del fiume formano. Non è consigliabile. I salt water crocodile, invece, sono lunghi anche fino a 7 metri, colore chiaro, muso largo, e quando cacciano si muovono lentamente sotto la superficie dei fiumi per sferrare un duro attacco alla preda. Costituiscono un grosso pericolo anche per l'uomo. Più difficile è esplorare il Tunnel creek perché è costantemente invaso dall'acqua che in alcuni punti è fredda e profonda. E' ovviamente sconsigliata la visita durante la stagione delle piogge. Nella stagione secca è sufficiente organizzarsi con una torcia, un costume o una muta, stivali a coscia o scarpe da trekking che sicuramente si bagneranno. Il tunnel è lungo 750 metri e alto circa 12. Tunnel creek è famoso in Australia per gli episodi di guerriglia tra bianchi e aborigeni alla fine del 1800. Fu qui che si rifugiò tale Jandamarra, il piccione come era soprannominato, un aborigeno che faceva da guida alla white policy, la polizia bianca, e che venne perseguitato per l'uccisione di un poliziotto. Il piccione conosceva molto bene queste montagne e per tre anni era riuscito a sfuggire all'inseguimento; fu ucciso nel tunnel, ultimo suo rifugio, da un altro aborigeno. L'area intorno al tunnel è savana ricoperta da spinifex, grandi palle pungenti che uno dei primi esploratori definì "abominevole produzione vegetale".
Dalla Gibb River si può raggiungere Mount Hart, un'area che è al vaglio del CALM (Conservation and Land management) per diventare un parco nazionale. Dalla Gibb River Road alla homestead dei Sandles ci sono 51 chilometri di pista montuosa a tratti disconnessa e con molti guadi. Le difficoltà non sono improbabili e per questo è meglio avvertire i Sandles che si è cominciata a percorrere la pista. Una stazione radio che si trova all'inizio della deviazione può risolvere spiacevoli situazioni. I Sandles staranno in allerta.
Grande sfacchinata per raggiungere un'altra gola spettacolare nel King Leopold Range, con spettacolari cascate, Bell gorge. Il sentiero roccioso sale e scende e attraversa una fitta vegetazione, costeggia a tratti il fiume. Le cascate di Bell Creek formano una piscina naturale adattissima per fare il bagno.
Da Bell Gorge a El Questro Wilderness park sono 400 chilometri di pista a tratti accidentata che in rettifilo attraversano un'arida savana su cui troneggiano imponenti gli alberi di boab, cugino dell'africano baobab, il vero simbolo del Kimberly. Un tronco esageratamente largo rispetto ai rami esageratamente esili. Non appena ci si avvicina al corso dei fiumi ecco che l'ambiente si popola di palme come quelle che rendono rigogliosa l'area del Pentecost e Chamberlain River nel parco di El Questro. E' dall'Emma Gorge Resort che inizia la lunga passeggiata, tutta in salita, per raggiungere l'omonima cascata. L'ultimo tratto è il più difficoltoso perché si deve guadare il fiume e poi arrampicarsi sulla montagna. Assai rilassante è invece raggiungere la Chamberlain gorge, poiché si sta comodamente seduti sul barcone che parte da Jetty. Al termine della gola, 3 chilometri, si può ammirare la pittura rupestre aborigena.
El Questo, nome dal sapore spagnolo, che è stato tradotto col significato di "assolutamente nulla". Un milione di acri di terra, oggi Wilderness Park, tradotto alla lettera il Parco di una regione deserta, selvaggia, che annovera tra i suoi beni, sorgenti, gole spettacolari, cascate e arte aborigena, è divenuto oggi una eccezionale destinazione turistica . Chissà se il Conte del Kimberley, da cui prese il nome la regione nel 1880, segretario di Stato inglese per le colonie, poteva immaginare tutto questo. n.d.a.



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